La fauna del parco: Il cormorano

Il cormorano comune (Phalacrocorax carbo) è un uccello acquatico della famiglia dei Falacrocoracidi diffuso in tutta l’Eurasia e l’Australasia, nonché nelle regioni nord-orientali dell’America Settentrionale e in quelle settentrionali dell’Africa.

Misura 80-100 cm di lunghezza, per un peso di 1810-2810 g (le femmine sono più piccole dei maschi); l’apertura alare è di 130-160 cm.

Il cormorano comune, una sorta di corvo dei mari, è un uccello di grandi dimensioni, con la testa, il collo e il corpo di colore scuro e un robusto becco a forma di uncino.

Le penne delle ali, color bronzo, sono bordate di nero e creano un contrasto cromatico col resto del corpo; il piumaggio inferiore è quasi interamente nero. I maschi e le femmine adulti si distinguono dai giovani, i quali, nel primo anno di vita, hanno il ventre coperto di piume bianche che formano una grande macchia più o meno estesa. Durante il secondo anno, questa fascia bianca scompare, ma essi restano comunque riconoscibili per il colore brunastro del piumaggio, che comincia ad assomigliare a quello degli adulti solo durante il terzo anno di vita.

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La muta degli adulti ha luogo due volte all’anno: da luglio (dopo la stagione della riproduzione) a dicembre per le penne della coda e, prima della nidificazione, da gennaio ad aprile per le piume della testa, del collo e del corpo.

Ben adattato all’ambiente acquatico (mare o acqua dolce) che gli fornisce la maggior parte del cibo, il cormorano gode di una buona capacità visiva sia sott’acqua sia in superficie: il suo occhio infatti è provvisto di una membrana nittitante trasparente (una terza palpebra che si sposta dall’angolo interno sull’intero occhio) che funge da maschera subacquea consentendogli una visione eccellente. Il tatto e l’odorato sono invece sensi poco sviluppati in questa specie.

Il corpo affusolato, le zampe molto arretrate e munite di larghissime membrane interdigitali gli garantiscono una grande agilità negli spostamenti sottomarini, che avvengono a volte a grandi profondità (fino a 9 metri).

Grazie a un apparato respiratorio ben sviluppato, quest’uccello può restare un minuto sott’acqua. Non vi rimane più a lungo perché l’acqua penetra all’interno del piumaggio, che è poco impermeabile: infatti la ghiandola uropigea, situata vicino al codrione, che secerne un olio (sebo) protettivo impermeabilizzante, è atrofizzata. Il cormorano è perciò costretto a effettuare lunghe soste posandosi su di un ramo, con le ali ben spiegate per far asciugare penne e piume. Tuttavia la permeabilità del piumaggio costituisce un vantaggio durante l’immersione: infatti l’aria imprigionata tra le barbe delle piume diminuisce a causa dell’umidità e quindi non sospinge più il corpo verso l’alto.

Il cormorano è un eccellente volatore, capace di coprire lunghe distanze fendendo l’aria con il collo teso. Il decollo dall’acqua è invece difficoltoso e appare goffo a causa della posizione molto arretrata delle zampe

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